Sony A7RIII, una recensione leggermente in ritardo

Si potrebbe iniziare col dire che la A7R3 è la prima Sony che non vedo l’ora di cambiare.

La prima vecchissima 7R mi aveva colpito nel 2014 quando ho iniziato la mia avventura nel mondo del formato 35mm: faceva delle foto della madonna, era compattissima, e costava meno di quei catafalchi di reflex dell’epoca. Certo; la messa a fuoco faceva letteralmente schifo, il mirino non raggiungeva la sufficienza e il sensore non era stabilizzato.

La seconda versione l’ho avuta tra le mani esattamente un anno dopo: il sensore stabilizzato espandeva quasi all’infinito le possibilità creative, la messa a fuoco era migliorata e si poteva addirittura tentare qualcosina con l’autofocus continuo, la gamma di obiettivi disponibili stava letteralmente esplodendo, c’erano i filmati 4k a sensore pieno e finalmente il mirino si poteva definire buono (e lo sarebbe ancora oggi). Anche qui però va detto che per quanto riguarda l’autofocus c’erano luci ed ombre; le reflex rimanevano delle macchine nettamente più affidabili. Il gap si stava assottigliando e comunque la rivoluzione mirrorless era già ampiamente iniziata. La qualità dell’immagine esagerata, il vantaggio dell’avere un mirino elettronico, il sensore stabilizzato e la compattezza del sistema erano chiaramente i sintomi di quello che sarebbe successo poi: le reflex erano già morte solo che non lo sapevano ancora. Però restava da risolvere il nodo della messa a fuoco.

Nel 2017 con la A9 in primavera e con la A7R3 in autunno Sony ha condannato a morte le care vecchie DSLR senza possibilità di appello. Di colpo, almeno per chi ancora non possedeva un corredo full frame, non aveva quasi più senso comprare una macchina che non fosse una mirrorless Sony.

Veniamo a lei.

Stesso sensore ma nuova elettronica, nuovo mirino, doppio slot SD (il secondo solo UHS-I purtroppo), messa a fuoco singola e continua finalmente utilizzabile nel 90% delle occasioni, quasi uno stop in più di gamma dinamica, pixel shifting (solo su oggetti statici e su cavalletto), velocità/operatività generale finalmente esente da critiche. Praticamente la macchina perfetta.

Si fa prima a dire in cosa non è perfetta perché per il resto c’è ben poco da lamentarsi, quindi ho pensato di fare un brevissimo elenco:

1) in situazioni in cui si cerca di usare l’AFC su soggetti in continuo movimento e relativamente vicini e con condizioni di luce non ottimali (ombra, luce sporca) la percentuale di foto fuori fuoco può arrivare anche al 40-50% di una raffica

2) filma molto bene in 4K se non si hanno grandi pretese, ma al tempo stesso se si aumentano le proprie pretese perché si vuole iniziare anche a sperimentare e fare le cose per bene (allo stesso livello del suo comparto fotografico) il livello generale dell’output dei filmati è piuttosto basso

3) con i teleconverter l’AFC non si può più usare e bisogna accontentarsi dell’AFS

4) su cavalletto, usando lo scatto multiplo con autoscatto, ho riscontrato che a parte la prima foto tutte le altre della sequenza risultano leggermente micromosse; nel mio modo di intendere la fotografia, una foto micromossa è da buttare quindi questa funzione è da considerarsi inutilizzabile. Non ho avuto modo di provare su altri esemplari della stessa macchina, ma su A7R4 a parità di obiettivo e di condizioni il difetto non sussiste. E’ doveroso aggiungere che lo scatto multiplo normalmente non produce scatti micromossi se non per colpa di chi sta impugnando/utilizzando la macchina; per questo motivo non sono in grado di stabilire se sia colpa dell’otturatore, se sia solo un difetto legato alla mia macchina oppure se sia un difetto che riguarda tutti gli esemplari di A7R3

Quindi volendo essere spietatamente onesti questa macchina non eccelle se la si impiega giusto in quei due ambiti per cui non è stata pensata ossia fotografia sportiva/naturalistica estrema e produzioni video di alto livello. Certo, a pensare male si potrebbe anche ipotizzare che alcune funzionalità della macchina siano state limitate appositamente per poi venderci altri modelli, ma resta il fatto che nel 2017 non esisteva un’altra macchina che offriva quel pacchetto così completo e così rivoluzionario. Questo è un dato di fatto.

Sempre per essere preciso ci tengo a precisare che le prime sequenze di foto fuori fuoco le ho iniziate a notare dopo qualche anno andando a fare foto di naturalistica col Sony 200-600 G nella particolare situazione descritta sopra; questo per sottolineare che in 3 anni non ho praticamente mai visto la macchina sbagliare una messa a fuoco. Se la scena invece è ben illuminata e col soggetto un po’ più distante (per esempio una gara di auto/moto) la percentuale di foto a fuoco si avvicina al 100%. Sono tornato a casa infinite volte con centinaia di scatti e nemmeno uno fuori fuoco prima di scoprire il limite della macchina.

E poi ci sono i filmati e anche qui bisogna fare chiarezza. La macchina non l’ho mai comprata con l’intenzione di farci video di livello professionale; semplicemente dopo 3 anni ho iniziato a voler fare sul serio anche in ambito video e mi sono messo a cercare di capire che cosa potevo tirare fuori di buono con la macchina che già avevo. Qui il discorso diventa un po’ più lungo.

Dalle svariate prove che ho fatto ho tratto tutta una serie di considerazioni personali che portano sempre alla stessa conclusione e che preferisco mettere giù in un elenco piuttosto che farne un romanzo, e queste sono:

1) bisogna scegliere se filmare in APSC oppure in FX; nel primo caso si ha la lettura completa dei pixel con oversampling, mentre nel secondo la macchina usa il line skipping che è la modalità di lettura peggiore che si possa avere su una videocamera (l’immagine è più molle, in alcuni casi si vede aliasing con tanto di scalettature, c’è sempre come una sorta di trama di pixel come si muove come se tutto fosse artefatto e plasticoso se si guarda bene nel dettaglio)

2) non sembra esserci il doppio ISO nativo coi video, quindi la tanto decantata modalità S-Log3 con l’ammontare di sovraesposizione che richiede (sovraesposizione che andrà ottenuta agendo sugli ISO perché l’immagine va creata sempre in base ai nostri gusti quindi il diaframma deve restare piantato per darci la profondità di campo che vogliamo, mentre l’otturatore sotto 1/50 a 25p non deve scendere per nessun motivo) e con l’insufficiente codifica 4:2:0 a 8 bit è praticamente inutile: l’immagine letteralmente si sfalda se si provano a toccare alte luci ed ombre, e con i colori non si può ottenere nulla di “scientifico” e forse nemmeno di “bello” partendo dal file ottenuto in macchina (è letteralmente una certezza che comprare un registratore esterno per avere lo stesso identico file 4:2:2 anziché 4:2:0 siano soldi sprecati)

3) in modalità APSC per ovvi motivi la qualità dell’immagine è a mio avviso nettamente inferiore sia come tridimensionalità che come resa ad alti ISO: la modalità FX sotterra abbondantemente quella APSC in tutto tranne che in nitidezza

4) se si cerca di ottenere un buon filmato finito (senza alcun bisogno di post-produzione) con colori naturali e una buona dinamica il miglior filmato possibile lo si ottiene con sensore pieno e profilo colore PP1 default senza toccare nessun’altra impostazione delle tante a disposizione

5) l’autofocus fa un gran lavoro ed è molto affidabile; avendo comprato ed usato molto il Sony PZ 28-135 l’unico difetto che ho riscontrato è che quando si inquadrano superfici riflettenti (tipo un’automobile che luccica sotto al sole ad alcune angolazioni) la macchina non riesce a mettere a fuoco nulla per periodi anche di alcuni secondi e credo sia dovuto all’obiettivo perché con tutte le mie altre ottiche G, GM e Zeiss non l’ha mai fatto. Per fortuna non capita così spesso e generalmente l’esperienza d’uso di A7R3 con PZ 28-135 rimane molto buona; semplicemente l’autofocus è un po’ meno granitico che con le altre ottiche più recenti e/o performanti (questa è l’idea che mi sono fatto io senza fare test troppo scientifici)

6) se si vuole sfruttare al massimo il sensore full frame senza nemmeno un briciolo di crop la scelta migliore è usare la macchina in PAL (non NTSC) accontentadosi dei 25fps al posto dei 30fps; facendo girare il video su un qualsiasi TV nemmeno recentissimo di fascia media è sufficiente abilitare la funzione “Intelligient Frame Creation” sul settaggio medio per visualizzarlo in maniera molto più fluida di come sarebbe un filmato a 25fps senza alcun artificio del genere

7) essendo il PZ 28-135 costruito per non soffrire di focus breathing, quest’effetto è praticamente assente anche quando la messa a fuoco varia di molto, e soprattutto si può zoomare in avanti e indietro a proprio piacimento ottenendo un filmato pressochè perfetto

8) il limite ISO di usabilità a mio avviso è solo leggermente inferiore a quello delle foto: oltre i 5000/6400 ISO è sconsigliato salire e alle volte già a 5000 ISO si inizia a vedere una sorta di matrice di pixel/grana/rumore cromatico che vaga qua e la per l’immagine rovinandola in maniera significativa

9) è possibile in PAL rinunciare ai 4K 25p a 100Mbps in favore del FullHD 100p a pari bitrate. A 100p il filmato sarà così fluido che anche a mano libero sembrerà stabilizzato, purtroppo però su una macchina di questo tipo ti ritrovi a dover fare scelte come questa: quadruplichi il framerate, ma la qualità delle immagini si riduce letteralmente di 4 volte e già di suo in 4K è tutto un compromesso. E’ questo il motivo per cui filmo solamente in 4K 25p a pieno sensore; è la modalità col miglior risultato finale complessivamente parlando

10) salvo condizioni che favoriscano in maniera esasperata la presenza di forte aliasing a video (trame molto fitte, peli/capelli ecc ecc), la macchina è spesso in grado di tirare fuori filmati 4K tranquillamente vendibili; filmati in cui utenti normali e non “addetti ai lavori” non saranno in grado di notare altro che un risultato complessivo veramente piacevole e soddisfacente

Quest’anno la macchina sarà sul mercato da ben 6 anni e per la cifra a cui si può normalmente acquistare (circa 2000€ con garanzia ufficiale estesa al netto di sconti e dei periodici cashback) a mio avviso resta la migliore macchina mirrorless che si possa scegliere. Per un articolo elettronico essere ancora un best buy dopo quasi 6 anni è piuttosto da record.

Certo c’è anche la 7R4 a circa 1000€ in più; se però non ti servono la risoluzione extra, l’AFC col duplicatore e una messa a fuoco ancora più rifinita la 7R3 ha veramente poco da invidiarle.

E’ uscita da non molto la 7R5 che costa circa il doppio; anche qui però se non ti servono a tutti i costi l’autofocus di nuova generazione con chip dedicato e lo stabilizzatore da 8 stop dal punto di vista solamente fotografico la 7R3 regge allegramente il confronto e continua a fare il suo dovere in tutta scioltezza. Dove c’è stata la vera rivoluzione è nel comparto video: anche se non ho avuto modo di provarla personalmente pare che finalmente il 4K 30p FX utilizzi il pixel binning al posto del line skipping in modo da restituire finalmente un filmato molto pulito (non come con l’oversampling naturalmente), il tutto con codifica 4:2:2 a 10 bit e 300Mbps su SD card interna. Lo stesso pixel binning viene usato per ottenere il 4K 60p a 10 bit e 600Mbps ma con un crop forzato di 1,24x che suona molto come un disastro per qualsiasi lunghezza focale canonica. I filmati 8K invece sono stati limitati alla codifica 4:2:0 con lettura completa dei pixel 1:1 nella stessa regione del sensore croppata a 1,24x. Anche se il tutto viene ottenuto senza particolari problemi di surriscaldamento grazie al nuovo dissipatore passivo, le limitazioni del comparto video sono ancora evidenti e lasciano in bocca quel sapore di incompiutezza: alla fine del 2022 per 4500€ mi sarei almeno aspettato un 4K 60p a sensore pieno.

Diciamo che dopo due anni di sonno profondo la concorrenza si è data un gran da fare: prima Canon con la R5, poi Nikon con la Z8 nemmeno due settimane fa, e infine pure Panasonic che si è decisa ad abbandonare la terribile messa a fuoco a contrasto in favore del rilevamento di fase con la S5II.

Qualcosa mi dice che nel prossimo futuro ne vedremo delle belle. Canon dovrebbe lanciare la R5II con specifiche monstre, poi forse un modello ad alta risoluzione e una top di gamma (R1?) nel 2024. Nikon con la Z8 a soli 100€ in più della 7R5 offre una macchina con funzionalità superiori all’A1 della Sony utilizzando la stessa tecnologia di base (BSI stacked). Non credo che il vero salto generazionale si abbia solo aumentando i pixel, o meglio, non è quel salto che mi aspetto io; i tempi dovrebbero essere finalmente maturi per vedere delle vere e proprie macchine ibride senza troppi compromessi e/o limitazioni. Sarà curioso vedere che tipo di macchina sarà la futura A9III di Sony, se sarà una A1 semplicemente più economica oppure qualcosa di nuova concezione. Magari prima o poi vedremo anche quei sensori Exmor T su macchine full frame.

Per me 42Mpx nel 2023 sono ancora overkill per quasi qualsiasi cosa.

La mia bellissima A7R3 è ancora una macchina performante e soddisfacente e non vedo l’ora di continuare ad usarla. A patto di usare ottiche di alto livello (GM, Zeiss) permette di stampare immagini che sono dei veri e propri capolavori e continuerà a farlo ancora per svariati decenni.